Le note di copertina del nostro album sono state scritte dal grande Mario Crescenzo dei Neri Per Caso ❤️
L’amicizia e la stima che mi legano a Mario Rosini mi motivano a introdurre questo disco e a consigliarlo, dopo aver conosciuto e ascoltato dal vivo le ragazze e i ragazzi di “Duni Jazz Choir”.
Conoscevo le doti vocali – al limite del soprannaturale - di Mario Rosini, e il coro da lui diretto, come c’è da aspettarsi, non è da meno. Già dalle prime note della prima traccia, "𝐀 𝐍𝐞𝐰 𝐒𝐮𝐧𝐫𝐢𝐬𝐞”, al mio orecchio da tempo avvezzo alle armonie vocali arriva evidente l’incredibile maturità vocale, il timbro dell’ensemble e la ricerca del sound, che anche gli ascoltatori non abituali del genere potranno apprezzare.
L’approfondita ricerca negli arrangiamenti di Mario Rosini non va mai a discapito dell’ascolto, non lo rende più difficile, non appesantisce, non annoia ma, al contrario, avvince e ci lascia con la voglia di continuare ad ascoltare.
Non da meno le cover. La seconda traccia “𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐨𝐫 𝐖𝐡𝐢𝐭𝐞”, con un accennato sentore progressive sull’inizio, poi verso il finale eguaglia, o addirittura supera, i migliori “gran combo” latino americani di “salsa brava” della storica Fania All-Star (la Motown latino americana della musica Salsa).
Con il brano “𝐅𝐨𝐮𝐫 𝐁𝐫𝐨𝐭𝐡𝐞𝐫𝐬” si cambia completamente mondo, il coro padroneggia il “vocalese” e lo “scat” con la stessa maestria del trio Lambert, Hendricks & Ross (Annie Ross sarebbe entusiasta della bravura della solista di questo brano). Poi una struggente e romantica “𝐄 𝐥𝐚 𝐂𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐄𝐬𝐭𝐚𝐭𝐞”, un’energica “𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨” con i virtuosismi vocali di Rosini… e ancora musica, bella musica.
Si critica tanto il mercato della musica pop contemporanea, puntando il dito contro il mainstream, fatto di musica brutta e piena di artifici tecnici come l’autotune. Mario Rosini e il Duni Jazz Choir dimostrano che la buona musica esiste, che si può fare e non rischia di annoiare. Basta solo cercarla, ascoltarla, sceglierla, produrla, promuoverla e il mondo diventerà pian piano un posto migliore.
Per concludere, tutte le sfumature dell’uso della voce - dal bel canto al Rap - riproposte in un’ora di musica, che andrebbe spesa cosi, all’ascolto, senza fare altro, senza distrazioni, magari in cuffia o comunque a volume generoso (non come sottofondo, odio i sottofondi), in modo da dare all’ascolto l’importanza che merita. Imparare a fermarsi ad ascoltare, un’abitudine sempre meno diffusa nel caotico e frenetico mondo di oggi, che il Duni Jazz Choir può far tornare di moda con la sua buona musica. Lunga vita e prosperità.
Mario Crescenzo
bad badass bass presso Neri Per Caso